Minibond

I minibond rappresentano una nuova opportunità di finanziamento per le imprese, che possono così affiancare alle tradizionali forme di finanziamento bancario delle nuove forme di accesso al credito, per finanziare nel medio termine i propri progetti di investimento e di sviluppo aziendale.

 

I minibond sono degli strumenti finanziari, assimilabili ai titoli di credito o alle obbligazioni, aventi natura di finanziamento; essi possono essere sottoscritti da degli investitori professionali qualificati e possono circolare autonomamente, senza restrizioni.

 

Ai minibond possono accedere le Società per Azioni, anche non quotate, purché con un fatturato superiore ai 2 milioni di euro (sono escluse le micro imprese); è però più che opportuno presentare ai potenziali sottoscrittori un solido progetto di sviluppo (un business plan o un piano industriale), la capacità di gestire nel modo più opportuno la tesoreria aziendale e la programmazione economica e finanziaria, avere una clientela ampia e una credit policy aziendale per la gestione del credito commerciale, un management qualificato ed esperto.

 

L’emissione e la sottoscrizione dei minibond presenta dei vantaggi fiscali sia per l’emittente che per l’investitore:

  • all’emittente si consente la deducibilità degli interessi passivi entro il limite del 30% del ROL e la deducibilità delle spese di emissione nel corso dell’esercizio in cui sono state sostenute.
  • al sottoscrittore si consente una imposizione sostitutiva che permette l’esenzione dell’applicazione delle ritenuta alla fonte e l’erogazione dei proventi al lordo dell’imposta per i soggetti lordisti residenti in Italia.

 

Il processo di emissione viene seguito da un Advisor, che assiste l’emittente nei rapporti con l’Arranger, ovvero l’istituto che cura i rapporti con i sottoscrittori.

I titoli possono essere quotati sul mercato regolamentato ExtraMOT PRO di Borsa Italiana. La sottoscrizione è riservata a investitori professionali di diritto o “su richiesta”, che non siano soci con una partecipazione al capitale superiore al 2%.

 

Le fasi nelle quali si può idealmente suddividere una operazione di emissione di minibond sono le seguenti:

  1. analisi preliminare di fattibilità dell’operazione – nel corso della fase preliminare si valuta la sussistenza dei requisiti minimi per poter imbastire l’operazione, si procede alla predisposizione di un piano industriale, che contempli un investimento in grado di generare della liquidità futura, tale da garantire il rientro dal finanziamento. Si procede ad una analisi della struttura del debito bancario dell’impresa che intende emettere il minibond, per quantificare il tasso effettivo globale del debito attuale, suddiviso per singole linee di credito. Si quantifica il fabbisogno finanziario ed il suo costo atteso. Si valutano i criteri di gestione del credito commerciale e la sussistenza di specifiche assicurazioni sul credito. Si predispone il business plan o l’offering memorandum che deve essere sottoposto alla attenzione dei potenziali sottoscrittori.
  2. la strutturazione dei termini e delle condizioni dell’operazione – in questa fase si procede alla definizione del tasso di interesse, della durata del prestito e alla stesura dei principali covenants, ovvero dei termini e delle condizioni dell’operazione: l’ammontare dell’emissione e le eventuali garanzie offerte. Si compila il prospetto informativo ed il regolamento per la quotazione.
  3. la valutazione dell’emittente da parte di una agenzia di rating – pur non essendo richiesta per legge la valutazione della impresa emittente da parte di una agenzia di rating, tale prassi e ampiamente consigliabile. L’agenzia di rating è un soggetto “terzo” che è chiamato ad una valutazione del merito creditizio del soggetto emittente sotto il profilo sia qualitativo che quantitativo. Il giudizio di una agenzia di rating può essere richiesto dalla stessa impresa soggetta a investigazione, che ne richiede la pubblicazione e che collabora attivamente al processo di due diligence, oppure può essere richiesto dagli investitori, nel qual caso si richiede il giudizio di una società di rating autorizzata dalla Consob e dalla ESMA.
  4. la ricerca dei potenziali investitori – il funding è il momento più importante dell’intera processo di emissione; la banca Arranger avvia i contatti con gli investitori professionali per promuovere la sottoscrizione dei titoli.
  5. l’emissione dei titoli e l’eventuale quotazione – dopo la sottoscrizione di procede alla dematerializzazione dei titoli, alla attribuzione dell’ISIN e alla quotazione sul mercato ExtraMOT PRO di Borsa Italiana.